venerdì 26 agosto 2016

Comunicato stampa del Comitato Attività Sismica Latina

Anche  il “Comitato Attività Sismica Latina” esprime il proprio cordoglio e vicinanza alle vittime del terremoto di Amatrice, che ha devastato l’Italia centrale.
In queste giornate tristi, che lasciano spazio solo al silenzio e allo sgomento, il nostro pensiero va alle vittime, ai loro familiari, a coloro che stanno vivendo con la paura per le continue scosse, a chi nel giro di pochi secondi ha perso tutto.
Esprimiamo la nostra vicinanza anche a tutti i soccorritori, ai volontari, ai medici e a tutti coloro che in qualche modo stanno dando una mano e non si arrendono.
Queste tragedie dovrebbero far riflettere su quanto sia importante la prevenzione, conoscere il proprio territorio a livello geologico nel quale si vive e avere un’educazione al terremoto… quello che, nel nostro piccolo, facciamo da qualche anno a questa parte.

Perché della storia bisogna tenerne conto per il futuro.

aggiornamenti



Mentre la terra continua a tremare, sale il bilancio delle vittime del terremoto che, nella notte tra martedì e mercoledì, ha colpito tra Marche e Lazio. Le vittime accertate sono 268.
Si continua a scavare tra le macerie in cerca di sopravvissuti ma le speranze si affievoliscono di ora in ora.

Immagini di solidarietà dal mondo per il terremoto di Amatrice






Terremoto Amatrice


Un terremoto di magnitudo 6.0 è avvenuto nella notte del 24 Agosto alle ore 3;36 (ora italiana) tra le province di Rieti e Ascoli Piceno.
Le cause del terremoto sono state spiegate nell'intervista che segue dal sismologo dell'INGV Alessandro Amato:
“Le cause sono, come per altri terremoti dell’Appennino centro meridionale, legate a un processo di estensione della crosta terrestre della nostra penisola. In sostanza, la parte adriatica e la parte tirrenica si allontanano lentamente, a causa di rotazione di blocchi geologici, con una velocità di 3,4,5 millimetri per anno, che è una cosa piccola ma in realtà se ragioniamo in tempi geologici dopo cento o duecento anni i millimetri son diventati dei metri. Questo significa che c’è abbastanza energia, lungo le faglie che abbiamo in Appennino, per farle muovere. Le faglie resistono fino a che possono e poi devono sbloccarsi, scattano e fanno un terremoto. In questo caso è avvenuto un terremoto di magnitudo 6 in una faglia lunga circa 20, 25 chilometri con uno spostamento – non lo sappiamo con precisione, ma sarà di qualche decimetro da una parte rispetto all’altra”.